storia
Dalla nascita alle due guerre mondiali
Il 14 luglio 1890 alle ore 20, presso la Sala della Vaccara, circa 50 persone costituiscono la “Società Sportiva Braccio Fortebraccio”. Tra i principali animatori Francesco Guardabassi e Giovanni Carattoli.
Nel 1901, da una costola della “Società Sportiva Braccio Fortebraccio”, che pratica differenti discipline sportive, sotto la presidenza del Conte Romeo Gallenga Stuart (colui che nel 1907 all’Arena di Milano viene eletto presidente della Federazione Sports Atletici e che nel 1912 rappresenta il nostro governo ai giochi di Stoccolma), nasce la sezione di “palla al calcio”.
I primi calci vengono tirati presso “il Piazzone”, la vecchia Piazza d’Armi (attualmente denominata Piazza Partigiani), luogo in cui avvengono sia eventi sportivi che militari.
Il 1905 è l’anno di fondazione dell’A.C. Perugia Calcio istituzionalmente riconosciuto.
Nel 1907 in occasione della “Mostra d’Antica Arte Umbra” si svolge al “Piazzone” un “Concorso Ginnastico Interprovinciale” di due giorni (1 e 2 settembre) all’interno del quale si disputa una gara di calcio tra Sport Club Robur Siena e Lazio, terminato 0 a 5. Oltre 10.000 perugini sono presenti alla manifestazione che rappresenta la prima ufficiale in ambito calcistico disputata nella città di Perugia.
Nel 1910 la squadra dell’Ateneo di Perugia, in preparazione al primo campionato Sportivo universitario italiano, disputa un’amichevole con la squadra della “Braccio Fortebraccio”. La formazione universitaria scende in campo con la casacca “cremise” (una particolare tonalità di rosso) e la “Braccio Fortebraccio” con la camicia bianco e nero.
Il 20 settembre del 1910 avviene l’unica vera scissione dalla quale nasce una nuova società sportiva che viene chiamata “ Libertas”. Benedetto Veneziano, uno degli animatori della separazione, insieme ad altri esponenti fonda presso i Giardini Carducci la nuova società con il motto “Frangar Non Flectar” (“mi spezzo ma non mi piego”).
Nel 1911 sono forti le scintille tra la “Braccio Fortebraccio” e la “Libertas”, dovute ad un duro scontro fisico durante una gara podistica per le vie di Perugia e che comportano l’annullamento per motivi di ordine pubblico del derby calcistico cittadino.
Il giornale “Umbria sportiva” a Terni organizza un torneo interregionale, in cui i perugini della “Braccio Fortebraccio” ne sono protagonisti ma alla fine il Roman F.B.C. ne esce vincitore.
Nel 1921, sotto i colpi della prima guerra mondiale, numerosi atleti della “Braccio Fortebraccio” e della “Libertas” cadono al fronte. Si prospetta l’idea della fusione tra le due società che avviene ufficialmente nel 1921 con la nuova denominazione di “Società Sportiva Perugia”. Presidente Giuseppe Taticchi, i colori sociali sono la maglia biancorossa a strisce verticali, calzoncini bianchi e calzettoni rossi. Emblema della società il Grifo rampante.
A cavallo degli anni ‘20 e ‘30 compaiono i primi allenatori ungheresi, tutti provenienti dalla famosa scuola danubiana: Hermann, Kutic, Metzaros.
A seguire, nei primi anni 40’ si aggiungeranno poi anche Peics e Hirzer.
Il 14 marzo 1922 la “Società Sportiva Perugia” viene affiliata alla confederazione calcistica italiana.
In un torneo a quattro squadre disputato a Terni, avviene il primo derby della “Società Sportiva Perugia” contro la Ternana, peraltro finale del torneo, in cui il Perugia esce vincitore per 4-1.
Nel 1927, su proposta dell’ente provinciale sportivo, il Coni approva la denominazione “Società Sportiva Perugia Fascista” in due distinte sezioni: cultura ginnico-atletica e divulgazione del gioco del calcio.
In questa stagione la S.S. Perugia conta 23 giocatori tra studenti di varie facoltà universitarie tra le quali agraria, farmacia e giurisprudenza.
Nel 1929 sotto la presidenza prima del conte Luciano Faina, poi del commissario straordinario Adelmo Rossi, la società assume il primo allenatore della scuola danubiana, l’ungherese Amerigo Hermann, proveniente dalla S.S. Pistoiese. Il Perugia ottiene la sospirata vittoria della 3^ divisione. A maggio la società assume la denominazione di “Associazione Calcio Perugia”. Nell’ agosto del 1930 il Direttorio Federale nella ristrutturazione dei campionati ammette il Perugia direttamente in 1^ divisione.
Nel 1932, con tre punti di vantaggio sulla seconda classificata, il Perugia vince il girone di 1^ divisione. In finale i Grifoni pareggiano 1-1 a Catanzaro e vincono l’incontro di ritorno 1-0 con un gol messo a segno su calcio di punizione da Gino Nebbia. Il Perugia conquista così la prima promozione in serie B della sua storia.
Nel 1933 il Perugia sfiora la Serie A. A seguito degli scontri in campo durante la gara contro la Pro-Patria, arriva la squalifica a vita del capitano biancorosso Peppino Vitalesta. A parere dei più, la società perugina paga pesantemente la mancanza di strutture adeguate per affrontare la massima serie. Nella stagione successiva la squadra viene smantellata e di conseguenza retrocede nella terza serie, rinominata Serie C.
Nel 1938, in occasione della partita di Coppa Italia vinta dai Grifoni sul Tiferno per 3-0, viene inaugurato il nuovo campo di gioco intitolato “Conte Sandro Oddi Baglioni”, che diverrà celebre con la denominazione di “Stadio Comunale di Santa Giuliana”.
L’allenatore Sartoris può contare in questa stagione su calciatori del calibro di Mazzetti, Italiani, Brugalossi, Masciolini e Andreolli.
La guerra mondiale interrompe ogni forma di competizione sportiva nel 1944. Nel luglio del 1944 una formazione improvvisata di calciatori perugini incontra in amichevole una selezione di soldati inglesi.
il "Santa Giuliana"
Lo Stadio Comunale di Santa Giuliana” è stato progettato e costruito dall’architetto Giuseppe Lilli con una capienza di circa 15.000 posti.
Lo stadio rappresenta uno dei simboli più importanti nell’immaginario collettivo dei tifosi del Perugia. Il “Santa Giuliana”, che prende il nome dall’omonimo complesso religioso presente a ridosso e risalente al 1253, è protagonista degli incontri casalinghi dei biancorossi per quasi quarant’anni.
In questa struttura i Grifoni conquistano importanti risultati come la conquista della Serie B nella stagione 1966/67 e la prima storica promozione in Serie A al termine del vittorioso campionato cadetto del 1974–1975.
Il perugia si affaccia al grande calcio
Nell’immediato dopoguerra, presso la sede dell’ “Associazione reduci di guerra”, in via Mazzini, si ricostruisce l’ Associazione Calcio Perugia. Dopo aver disputato un campionato regionale sotto la guida dell’ allenatore romano, Mario Malatesta, la formazione biancorossa vince il proprio girone e torna in serie B. I grifoni dominano il campionato, con 97 reti messe a segno e solo 34 subite. Alberto Galassi, primo calciatore perugino ad indossare la maglia della nazionale italiana, mette a segno 30 reti. Prestigiosa vittoria quella ottenuta in amichevole sulla Triestina di Nereo Rocco per 4-0.
La formazione è composta da Rega, Brugalossi, Nebbia, Bossi, Erba, Mosca, Lazzarini, Roccasecca, Galassi, Masciolini e Bruni.
Dal 1947 alla fine degli anni 50’, il periodo e’ caratterizzato da risultati anonimi e retrocessioni, con il Perugia che preleva calciatori dal “Gruppo Calcistico Giovanile Grifo”, fondato nel 1948 dall’industriale Lino Spagnoli insieme al capitano Guaitini per crescere e formare giovani e futuri talenti.
Nel 1950/51 i Grifoni retrocedono in Quarta Serie, proprio nell’anno del cinquantenario dalla nascita del club. Per otto lunghe stagioni i biancorossi militano in Quarta Serie e nel 1958/59 il Perugia viene ammesso in serie C in rappresentanza dell’Umbria per delibera federale.
Nel 1961, scomparso il presidente Gaetano Salvi, il suo posto viene preso dal ragioniere Orlando Baldoni, l’allenatore è Guido Mazzetti. Arriva un giovane attaccante che diverrà un protagonista assoluto nel capoluogo umbro, Ilario Castagner, che segna 8 gol nella sua prima apparizione. In porta l’estroso Lamberto Boranga, detto “bongo”, formatosi nelle giovanili del “Gruppo Calcistico Giovanile Grifo”. Il 31 dicembre 1963 avviene la fusione tra l’A.C. Perugia e il “Gruppo Calcistico Giovanile Grifo”. In questa stagione Ilario Castagner diviene capocannoniere del campionato di serie C -girone B con ben 17 reti segnate in 28 presenze.
FINALMENTE La SERIE A e il periodo dei “miracoli”
Nella stagione 74/75 il Perugia rivoluziona completamente il suo organico.
Il presidente diviene Franco D’Attoma, come allenatore arriva dal settore giovanile dell’Atalanta Ilario Castagner, il direttore sportivo è Silvano Ramaccioni. Vengono riconfermati solo Baiardo, Raffaeli, Scarpa, Tinaglia e capitan Picella. Arrivano dal mercato Pellizzaro, Sollier, Marchei, Vannini e Renato Curi.
Mister Castagner lancia nella mischia anche il promettente Walter Sabatini adottando lo schema del “centravanti arretrato” e disponendo i calciatori secondo la dottrina olandese del gioco a tutto campo.
I Grifoni vincono il campionato e approdano nello stupore generale nella massima serie. La città è pazza di gioia, ogni quartiere si colora di biancorosso, si festeggia in ogni dove Il “Santa Giuliana” si rivela struttura inadeguata per ospitare la serie A, si decide così di costruire il nuovo impianto nella zona di Pian di Massiano.
Il capocannoniere del Perugia nella stagione trionfale è Sergio Domenicacci Pellizzaro con 9 reti.
Nella stagione successiva 75/76 le novità sono Walter Alfredo Novellino, Aldo Agroppi, Fabrizio Berni e Roberto Ciccotelli. Il Perugia conquista a sorpresa un ottimo 8° posto. Il capocannoniere e’ Mario Scarpa con 6 reti. All’ultima giornata di campionato i Grifoni sconfiggono la Juventus per 1-0 consentendo al Torino il sorpasso proprio al fotofinish. La meravigliosa quanto storica rete viene messa a segno da Renato Curi. Il Perugia disputa la “Mitropa Cup” e nella gara contro l’Austria Vienna esplode il talento di Walter Alfredo Novellino.
Nella stagione 1976-1977 arriva al Perugia il roccioso difensore Antonio Ceccarini, detto “Tigre” e Giordano Cinquetti. Assistiamo alla definitiva consacrazione di Renato Curi e Franco Vannini che trascinano i Grifoni al 6° posto. Il capocannoniere dei biancorossi è proprio il “Condor” Franco Vannini, con 9 realizzazioni. Da questa ottima stagione inizia a prendere corpo il “Perugia dei Miracoli”.
Si arriva alla stagione 1977-78 con la squadra che si rinforza con gli arrivi di Salvatore Bagni e Paolo Dal Fiume. Il torneo è purtroppo caratterizzato dalla tragica scomparsa di Renato Curi alla 6° giornata di andata, il 30 ottobre 1977 durante Perugia-Juventus (0-0) a causa di un arresto cardiaco in un pomeriggio caratterizzato da una forte pioggia.
Nonostante lo shock per la morte di Renato, viene ingaggiato Guido Biondi e i Grifoni chiudono la stagione al 7° posto. Il capocannoniere è Walter Speggiorin con 8 reti.
Il Perugia si aggiudica nel mese di maggio la “Coppa Internazionale D’ Estate” (detta Coppa “Piano Karl Rappan”), sfidando nel suo girone il Waregem, il Monaco 1860 e il Nimes Olympique.
La stagione 1978-79 è la stagione del record d’imbattibilità e quella che segna la più grande epoca della storia del Club fino a ricordarla in futuro come il tempo del “Perugia dei Miracoli”. Il Perugia è la prima squadra italiana ad aver raggiunto tale traguardo nella storia dei tornei a girone unico.
Novellino si trasferisce al Milan, arrivano dal mercato Redeghieri, Cacciatori, Butti, Casarsa e Della Martira. A fine torneo il capocannoniere risulta Speggiorin con 9 gol. La media spettatori arriva a quota 20.984. I Grifoni sfiorano l’impresa con il Milan che si aggiudica il campionato anche grazie al grave infortunio occorso a Franco Vannini durante l’epico scontro casalingo contro l’Inter, terminato 2-2 con rete biancorossa siglata da Antonio Ceccarini al minuto 92’. Memorabile resta la vittoria per 2-1 al comunale di Torino contro la Juventus con rete decisiva di Franco Vannini e il pareggio interno per 1-1 contro il Milan nella sfida scudetto.
Il “Perugia dei miracoli” termina secondo dietro al Milan (44 punti) e sfiora il traguardo più ambito con 41 punti , frutto di 11 vittorie e 19 pareggi.
Questi i calciatori della mitica rosa del Perugia nella stagione 78/79.
Lo sponsor “Ponte” e la fine di un ciclo
All’indomani del secondo posto nella stagione dell’imbattibilità, il Perugia ha grandi ambizioni e perfeziona l’acquisto di Paolo Rossi dal Vicenza. Altre novità sono Calloni, De Gradi, Celeste Pin e Daniele Tacconi. E’ la stagione in cui sulla maglia del Perugia compare una novità assoluta nel panorama nazionale: il marchio dello sponsor “Ponte” (azienda Pastificio Ponte). A causa di questa infrazione delle norme federali, il Perugia incorre in una sanzione pecuniaria. Dopo pochi mesi sarà la stessa Lega a liberalizzare l’uso del marchio pubblicitario sulle divise da gioco.
Il capocannoniere del Perugia è Paolo Rossi con 13 reti. I Grifoni arrivano fino ai sedicesimi di finale di Coppa Uefa eliminando prima la Dinamo Zagabria e arrendendosi poi all’Aris Salonicco. Il 23 marzo 1980 il Perugia è coinvolto nel cosiddetto “scandalo del Totonero”. La Guardia di Finanza entra in azione all’Olimpico dopo Roma-Perugia (4-0).
Questa triste vicenda ha gravi ripercussioni sull’ambiente con il Perugia che termina comunque all’8° posto ma viene penalizzato di 5 punti da scontare nella successiva stagione 1980/81.
Nel 1980/81 il nuovo allenatore è Renzo Ulivieri che al termine del girone d’andata viene sostituito dall’allenatore in seconda, l’avv. Giampiero Molinari. Uno degli acquisti più importanti è il centrocampista Antonio Di Gennaro. E’ in questa stagione che si riapre la possibilità di ingaggiare calciatori stranieri e così a Perugia arriva l’argentino Sergio Elio Fortunato dall’Estudiantes, deludendo tuttavia le aspettative con solo 2 reti. La stagione è complessa e con i 5 punti di penalizzazione il Perugia è psicologicamente condizionato e non crede a sufficienza nella grande rimonta. I Grifoni chiudono al 15° posto, retrocedendo. Miglior marcatore della stagione è Salvatore Bagni con appena 5 reti. Nell’81/82, ceduti Bagni all’Inter e Paolo Rossi alla Juventus, il presidente D’Attoma intende comunque riportare subito il Perugia nella massima serie ingaggiando l’esperto Gustavo Giagnoni come allenatore della squadra. La coppia d’attacco Ambu-Cavagnetto non produce i risultati sperati e i “gemelli del gol” Pagliari-Morbiducci cercano di invertire la tendenza offensiva. Il miglior marcatore biancorosso risulta Ezio Cavagnetto con 7 reti. Il Perugia termina 6° il campionato con 42 punti,non centrando l’obiettivo della promozione.
Nella stagione successiva 1982–83, nella panchina del Perugia approda Aldo Agroppi. I biancorossi non ottengono i risultati prefissati terminando all’11° posto con 36 punti. Miglior marcatore è Giovanni Pagliari con 10 reti messe a segno. I calciatori più rappresentativi della compagine sono Domenico Caso, Massimo Mauti, Pierluigi Frosio, il portiere Nicola Di Leo, Dario Sanguin e Luigi Zerbio.
Nelle annate 83/84 il presidente diviene Spartaco Ghini, l’artefice della prima storica promozione in serie A dei Grifoni del 1974/75. In panchina siede Giampiero Vitali, la stagione si rivela più difficile del previsto con l’8° posto finale. Miglior marcatore è Moreno Morbiducci con 8 reti. Da segnalare che il 21 agosto 1983, nel primo turno di Coppa Italia, il Perugia vince contro la Juventus di Trapattoni e Platini per 1-0 con una prodezza di Massimo Mauti al 42’ del primo tempo.
Nell’84/85 viene richiamato in panchina Aldo Agroppi con l’obiettivo di riconquistare la massima serie. Nonostante 30 risultati utili consecutivi e una sola sconfitta nella gara di Pisa, i Grifoni terminano il campionato al 4° posto realizzando ben 48 punti ad una sola lunghezza dal Bari e a due punti da Pisa e Lecce, sfiorando ma non centrando la promozione. Un altro record, stavolta amaro: il Perugia è l’unica formazione nel torneo cadetto ad essere stata sconfitta per una sola volta. Capocannoniere biancorosso l’attaccante Gibellini con 12 reti, detto “Gibo gol”. Da ricordare l’epico duello in Coppa Italia, il 29 agosto 1984, tra Corrado Benedetti e Diego Armando Maradona (all’esordio assoluto in gare ufficiali in Italia) vinto dal calciatore biancorosso con la partita infatti che termina 0-0.
Tra i calciatori più rappresentativi da segnalare Gibellini, il portiere Pazzagli, Secondini, De Stefanis e Zanone.
Nell’1985-1986 Spartaco Ghini chiama in panchina Massimo Giacomini, sostituito durante la stagione a causa degli scarsi risultati dal “solito” vice, L’Avv. Giampiero Molinari.
Succede l’imponderabile, il Perugia soffre tutto il campionato e nell’ultima gara arriva la sconfitta casalinga contro l’Arezzo che ne determina l’amara retrocessione in serie C1. Il Perugia viene, inoltre, coinvolto nel secondo scandalo “Totonero” che la condanna alla doppia retrocessione in serie C2.
Nell’ 1986-1987 si riparte dalla serie C2, il presidente e’ Salvatore Gadaleta. Tre allenatori si avvicendano durante questa tribolata stagione: Massimo Roscini, Pierluigi Frosio e Massimo Colautti. A fatica il Perugia raggiunge il nono posto, nonostante un inizio disastroso che vede due sconfitte interne consecutive contro Vis Pesaro e Ravenna. Entrambi i derby con la ternana terminano 1-1. Esplde il talento del giovanissimo Fabrizio Ravanelli che sigla 5 reti in 26 gare.
Al secondo anno di serie C2, con il nuovo presidente Luciano Ghirga e con il tecnico Mario Colautti in panchina, confermato dopo la precedente stagione, il Perugia stravince il campionato con 51 punti (a pari merito con il Casarano), frutto di 20 vittorie, 11 pareggi e 3 sconfitte, ben 52 le reti siglate e solo 16 quelle subite. Esplode il talento di Fabrizio Ravanelli che conclude la stagione con 23 reti. Grazie al direttore sportivo Piero Aggradi, atleti di grande valore vestono la maglia del Perugia come Angelo Di Livio, Tiziano Manfrin, l’esperto Giovanni Pagliari e Fabrizio Provitali. La gara contro il Gubbio, nonostante la serie C2, vede al “Curi” ben 15.000 spettatori paganti.
Nel 1989-1990 il presidente è Giancarlo Tinarelli, gli allenatori che si susseguono sono Ferruccio Mazzola e Marcello Neri. Il Perugia, orfano di Ravanelli, Manfrin e Rambaudi, ottiene il 9° posto nonostante l’ottima stagione disputata dall’attaccante fermanelli che realizza 16 gol, capocannoniere del girone insieme al futuro grifone Giovanni Cornacchini.
Nel 1990–1991 torna alla presidenza del Perugia Franco D’Attoma. Guidati dall’allenatore Paolo Ammoniaci, il Perugia conclude il campionato con il 4° posto. Goleador della squadra l’attaccante Fermanelli con 12 reti segnate. Tra gli elementi di spicco Massimo Beghetto, il perugino Marcello Castellini e Roberto Di Nicola. Il 7 maggio 1991 viene a mancare il presidente Franco D’Attoma. Al suo funerale il feretro viene sorretto dai calciatori del Perugia insieme a quelli della Ternana in segno di rispetto.
L’era di Luciano Gaucci
Nel 1991/92 il nuovo presidente e’ Elvio Temperini. Il Perugia incontra difficolta’ nella ricapitalizzazione e attraverso l’Ing. Scrafani il 7 novembre 1991 avviene un risolutivo incontro che in poche ore porta al cambio di proprieta’ con l’ingresso di Luciano Gaucci alla presidenza del Perugia.
L’inizio della stagione e’ abbastanza tormentato, il direttore sportivo Luigi Piedimonte si trova in difficolta’ nell’allestire la formazione. La panchina e’ affidata a Paolo Ammoniaci che dopo due giornate viene sostituito da Giuseppe Padapopulo. Con il subentro di Gaucci avviene la rivoluzione societaria con gli arrivi dei calciatori Giuseppe Dossena, Claudio Nitti e Antonio Di Carlo e avviene un terzo cambio di panchina con l’arrivo di Adriano Buffoni. Il Perugia termina il campionato al terzo posto con 40 punti ad una sola lunghezza Dall’andria del presidente Matarrese e a tre punti dalla Ternana. Miglior marcatore biancorosso Pasquale Traini.
Nel 1992/93 Gaucci potenzia la squadra per raggiungere l’obiettivo della serie B. In questa stagione emergono due ragazzi “fatti in casa”: Federico Giunti e Marcello Castellini. La squadra ottiene buoni risultati ma nascono delle incomprensioni tra la dirigenza e l’area tecnica. Luciano Gaucci alla sedicesima giornata di andata chiama in panchina Walter Alfredo Novellino. Il 6 giugno 1993, dopo una lunga rincorsa, il Perugia affronta nello spareggio l’Acireale nel neutro di Foggia accompagnato da circa 18.000 tifosi perugini. In panchina siede Ilario Castagner e i Grifoni vincono per 2-1 ma soltanto il giorno dopo arriva la notizia shock che condannera’ il Perugia, appena promosso in serie B, alla retrocessione in serie C1 a causa di un illecito sportivo. In seguito alla decisione della giustizia sportiva avvengono gravi disordini che finiscono addirittura in mondovisione nel canale Cnn. Miglior marcatore della stagione Giovanni Cornacchini con 19 reti.
Nel 1993/94 al terzo tentativo Gaucci centra l’obiettivo serie B. A causa della squalifica, il presidente e’ tuttavia sostituito dall’Avv. Alfredo Salerni. Confermato l’allenatore Ilario Castagner che domina il torneo con il Perugia che conclude al primo posto con 71 punti (in questa stagione per la primo volta viene introdotta la formula della vittoria che vale 3 punti). Dominio assoluto dei Grifoni con miglior marcatore il “solito” Giovanni Cornacchini con 20 reti.
La stagione successiva 1994/95 è una stagione di transizione, nascono problemi tra Ilario Castagner e Luciano Gaucci che conducono, nonostante lo scetticismo della piazza, all’esonero dell’allenatore con il subentro di mister Mauro Viviani. Il Perugia conclude il campionato di serie B al settimo posto con miglior marcatore nuovamente Giovanni Cornacchini con 20 reti.
In campo giovanile, i ragazzi della “primavera” allenati da Diego Giannattasio raggiungono la finale scudetto, perdendo contro la Lazio di Domenico Caso (andata 2-1 per i Grifoni a Santa Sabina, ritorno 1-0 all’Olimpico a favore dei biancocelesti).
Nel 1995/96 approda di nuovo sulla panchina del Perugia Walter Alfredo Novellino. L’esperienza dura poco perché gli subentra dal primo ottobre Diego Giannattasio che a sua volta viene sostituito dopo poche settimane da Giovanni Galeone. Esplode il talento del bomber Marco Negri che realizza nella stagione ben 18 reti. Il Perugia conquista all’ultima giornata il terzo posto che vale la promozione in serie A grazie alla vittoria contro il già promosso Hellas Verona per 3-2 davanti ad uno stadio “Curi” straripante. La formazione “Primavera” guidata da capitan Riccardo Gaucci, nuovamente in finale, stavolta si aggiudica lo scudetto sul neutro di Ischia vincendo 2-1 contro il Parma con l’affermazione di un giovane Gennaro Gattuso, autore di un gol nella finale e protagonista insieme a Cristiano Lucarelli, Marco Storari e Davide Baiocco.
Nel 1996/97 il Perugia retrocede in serie B proprio all’ultima giornata perdendo a Piacenza per 2-1. Un’amara retrocessione perche’ avvenuta a causa della classifica avulsa nei confronti del Piacenza e del Cagliari che vince l’ultima gara di campionato a San Siro contro il Milan. Anche questa stagione vede piu’ avvicendamenti in panchina con Giovanni Galeone che viene sostituito da Mauro Amenta, a sua volta avvicendato nel gennaio 97’ da Nevio Scala. Miglior marcatore perugino Marco Negri con 15 reti.
Arriva il secondo scudetto consecutivo della formazione “Primavera” biancorossa vinto in finale contro il Brescia per 2-1 dopo i tempi supplementari sul terreno di gioco di Misano Adriatico. Ancora protagonista Gennaro Gattuso, eletto miglior giocatore del torneo.
Il Perugia nella stagione 97/98 dopo una lunga rincorsa conquista la promozione in Serie A grazie al vittorioso spareggio ai calci di rigore contro il Torino. Inizialmente la panchina viene affidata ad Attilio Perotti che dopo poche settimane viene sostituito da Alberto Bigon. Qualche mese piu’ tardi viene richiamato per una seconda volta Perotti ma il 23 marzo viene effettuato il quarto cambio di panchina con l’arrivo di Ilario Castagner. Per la prima volta il bomber stagionale e’ un centrocampista, Antonio Bernardini che mette a segno 11 reti. Memorabile rimane lo spareggio di Reggio Emilia dopo un’estenuante serie di rigori con sigillo decisivo del “Cobra” Sandro Tovalieri. Per l’occasione il Perugia decide scaramanticamente di utilizzare la casacca indossata dal “Perugia dei Miracoli”.
Nel 1998/99 il Perugia soffre ma riesce a raggiungere la salvezza in extremis nonostante nell’ultima gara arrivi la sconfitta contro il Milan che decreta la conquista dello scudetto da parte dei rossoneri. Tuttavia, il pareggio tra Piacenza e Salernitana, permette ai biancorossi di mantenere la massima categoria. Questa stagione segna l’esordio in Italia del talento nipponico Hidetoshi Nakata, che conclude la stagione con 10 reti. Nakata rappresenta l’unico giocatore straniero della storia biancorossa ad aver partecipato al “Pallone d’Oro”. Giocatori simbolo di questo Perugia oltre a Nakata anche Andrea Mazzantini, Giovanni Tedesco e Milan Rapaic. In panchina due avvicendamenti nel corso della stagione con Ilario Castagner che, nonostante le contestazioni sul suo esonero, viene sostituito da Vujadin Boskov.
Nel 1999/00 approda sulla panchina del Perugia Carlo Mazzone, il vice è Leonardo Menichini. Viene raggiunta una tranquilla salvezza con largo anticipo. Arrivano calciatori del calibro di Bisoli, Calori e il ritorno di Marco Materazzi. Il Perugia a gennaio cede alla Roma per una cifra astronomica Hidetoshi Nakata. Al termine di un burrascoso Perugia-Bari terminato 1-2, a causa di polemiche arbitrali luciano Gaucci si scaglia contro il presidente del Bari Matarrese, tutto immortalato in un video che rimarra’ nella storia del calcio italiano. Si ripete a fine stagione un film gia’ visto e sotto un diluvio universale e una sospensione della gara per oltre un’ora, la Juventus perde il campionato nell’ultima giornata sconfitta dai Grifoni per 1-0 con rete siglata da Alessandro Calori.
Nella stagione 2000/01 sulla panchina del Perugia arriva Serse Cosmi, che rimarra’ tecnico biancorosso per 4 stagioni. Miglior marcatore della stagione con 12 reti, record di tutti i tempi per un difensore, il calciatore Marco Materazzi. Nonostante lo scetticismo nei confronti del nuovo allenatore, arrivato dalla serie C, il Perugia si salva agevolmente e raggiunge importanti vittorie come quella a Firenze per 4-3 con tripletta del greco Zisis Vryzas e una vittoria casalinga per 4-2 contro il bari. In questa stagione da sottolineare l’ingaggio del coreano Ahn Jung-Hwam, (coreano anche il main sponsor dei biancorossi di quella stagione, la casa automobilistica Daewoo).
Nel 2001/02 il Perugia conquista un ottimo ottavo posto con 46 punti. Il miglior marcatore biancorosso e’ il centravanti Fabio Bazzani con 10 reti. I biancorossi sono ormai una realta’ consolidata nella massima categoria. Tra i protagonisti di quella squadra ci sono l’estroso portiere sudamericano Oscar Cordoba, famoso per i suoi rilanci da regista, il terzino destro Ze Maria, l’iraniano Rezaei, Marco Di Loreto, il futuro campione del mondo Fabio Grosso, capitan Giovanni Tedesco, Fabio Liverani, Christian Obodo, Zisis Vryzas e Fabio Bazzani.
Nel 2002/03 i Grifoni di Serse Cosmi ottengono il nono posto e la possibilità di disputare la Coppa Intertoto. Raggiungono inoltre in questa stagione la semifinale di Coppa Italia, eliminati a San Siro dal Milan dopo un finale rocambolesco in cui il portiere biancorosso Kalac sfiora la rete qualificazione nei secondi finali (andata 0-0 al “Curi”, ritorno 2-1 per i rossoneri a “San Siro”). Per la prima volta nella storia del Perugia l’attaccante biancorosso Fabrizio Miccoli vince il titolo di capocannoniere in Coppa Italia con 5 reti. Da ricordare le prestigiose vittorie interne contro Milan e Roma per 1-0 e la travolgente vittoria casalinga contro l’Inter per 4-1. Miglior marcatore in campionato Fabrizio Miccoli con 9 reti. In questa stagione Cosmi schiera con successo il 3-5-2 con Miccoli seconda punta alle spalle di Vryzas, mentre Obodo sostituisce a centrocampo il partente Baiocco.
Nel 2003/04 la stagione inizia con il piu’ grande traguardo internazionale della storia del Perugia, la conquista della coppa Intertoto in finale contro il Wolsfburg. La finale di andata allo stadio “Renato Curi” finisce con il risultato di 1-0 per i Grifoni con rete di Bothroyd. Nella partita di ritorno, nella “Volkswagen-Arena” il Perugia vince 2-0 in terra tedesca con gol di Giovanni Tedesco ed Emanuele Berrettoni. Questa vittoria consente di proseguire il cammino in Coppa Uefa in cui il Perugia raggiunge il terzo turno e viene eliminato solo dal Psv Eindhoven di Arjen Robben. Tra Intertoto e Coppa Uefa il Perugia mette insieme una striscia di 11 risultati utili consecutivi con 8 vittorie e 3 pareggi. I brillanti risultati europei fanno da contraltare al deludente campionato disputato dai Grifoni, che arrivano fino allo spareggio interdivisionale contro la fiorentina per mantenere la serie A. Arriva un’amara conclusione con la retrocessione in serie B (0-1 all’andata al “Renato Curi” e 1-1 nel ritorno disputato allo stadio “Artemio Franchi” di Firenze). In questa stagione si ricorda l’arrivo del libico Al Saadi Gheddafi, figlio del piu’ noto Mu’ammar che in quei tempi era leader del popolo libico.
Nel 2004/05 nonostante il Perugia, allenato da Stefano Colantuono, raggiunga il terzo posto con conseguente finale playoff persa contro il Torino, viene decretato il fallimento della societa’ a causa del dissesto economico. Questo campionato si ricorda anche per il record di 21 vittorie di cui ben 11 ottenute in trasferta e per le tre vittorie su tre gare giocate contro la Ternana (due vittorie in campionato frutto della vittoria 0-2 a Terni e 4-0 in casa e per 2-0 al “Renato Curi” in Coppa Italia). Il miglior marcatore del Perugia risulta Ferreira Pinto con 8 gol.
Un periodo di crisi e cambiamento
Nella stagione 2005/2006, dopo il fallimento dell’A.C. Perugia targato Gaucci, avvenuta durante l’estate del 2005, il nuovo Perugia calcio aderisce al lodo Petrucci perdendo una categoria e finendo dalla serie B alla serie C1. La presidenza viene assunta da Vincenzo Silvestrini, l’allenatore e’ Vincenzo Patania, sostituito poi da Paolo Stringara. Pur restando a lungo nelle posizioni di vertice, i Grifoni chiudono al sesto posto mancando per un punto l’accesso ai playoff per la promozione.
Nella stagione successiva sulla panchina del Grifo arriva Corrado Benedetti, sostituito poi da Marco Cari. Come nella precedente stagione, il Perugia manca l’obiettivo playoff e termina sesto. Al termine della stagione arrivano le dimissioni del presidente Vincenzo Silvestrini in seguito alla decisione di giocare il derby Ternana-Perugia “a porte chiuse”.
Nel 2007/2008 la presidenza passa da Vincenzo Silvestrini al fratello Pierangelo e successivamente ad Enzo Di Marzo. Un valzer che riguarda anche la panchina biancorossa: si avvicendano infatti Antonello Cuccureddu, Salvatore Matrecano e poi di nuovo Antonello Cuccureddu.
Il Perugia milita nel campionato di serie C1 girone B, termina al quinto posto con 53 punti e accede ai playoff. In semifinale arriva l’eliminazione. Vince il Perugia l’andata al “Curi” contro L’ancona per 3-1 e perde al “Del Conero” per 2-0. Al termine della stagione la famiglia Silvestrini decide di lasciare la proprieta’ del club all’imprenditore perugino Leonardo Covarelli, reduce da un triennio alla guida del Pisa.
Nella stagione 2008/09 la stagione comincia con il Perugia guidato da Paolo Indiani, che tuttavia siede solo due partite in Coppa Italia rescindendo il contratto. Arriva sulla panchina biancorossa mister Giovanni Pagliari, sostituito alla quinta di andata da Maurizio Sarri. Alla ventitresima giornata torna sulla panchina Giovanni Pagliari che guida la squadra all’ottavo posto. Il Perugia nella stagione coglie due importanti vittorie nei derby: al “Liberati” vince 1-0 contro la Ternana con gol di Cutolo e sconfigge il Foligno al “Curi” per 3-0.
Nel 2009/10 il Perugia, allenato da Giovanni Pagliari e poi dalla coppia Buzzi-Zaffaroni, termina la stagione sportiva all’undicesimo posto con due punti di penalizzazione a causa di irregolarita’ amministrative. Emergono gravi problemi di natura finanziaria, al punto che il tribunale di Perugia accoglie l’istanza di fallimento presentata da alcuni creditori. Dopo cinque anni dal primo fallimento ne arriva un altro sotto la gestione Covarelli. Il 12 luglio 2010 nasce la nuova “Associazione Sportiva Dilettantistica Perugia Calcio” che si iscrive al campionato di serie D.
Nel 2010/11 dopo la nascita della nuova societa’ A.S.D. Perugia, il controllo del club viene assunto da una cordata di imprenditori guidata da Roberto Damaschi. In panchina arriva Pierfrancesco Battistini, il direttore sportivo e’ Alvaro Arcipreti e W.A. Novellino e’ il consulente tecnico della societa’. Il campionato viene vinto dal Perugia con largo margine (dodici punti di vantaggio sulla seconda Castel Rigone). Oltre a vincere la serie D, il Perugia conquista la Coppa Italia di Serie D in finale contro la Turris nel neutro di Lanciano per 1-0. Lo scudetto di categoria finisce invece nelle mani del Cuneo che sconfigge i biancorossi a Treviso per 1-0. Miglior marcatore biancorosso e’ Emiliano Frediani con 12 reti.
Un periodo di crisi e cambiamento
Nella stagione 2005/2006, dopo il fallimento dell’A.C. Perugia targato Gaucci, avvenuta durante l’estate del 2005, il nuovo Perugia calcio aderisce al lodo Petrucci perdendo una categoria e finendo dalla serie B alla serie C1. La presidenza viene assunta da Vincenzo Silvestrini, l’allenatore e’ Vincenzo Patania, sostituito poi da Paolo Stringara. Pur restando a lungo nelle posizioni di vertice, i Grifoni chiudono al sesto posto mancando per un punto l’accesso ai playoff per la promozione.
Nella stagione successiva sulla panchina del Grifo arriva Corrado Benedetti, sostituito poi da Marco Cari. Come nella precedente stagione, il Perugia manca l’obiettivo playoff e termina sesto. Al termine della stagione arrivano le dimissioni del presidente Vincenzo Silvestrini in seguito alla decisione di giocare il derby Ternana-Perugia “a porte chiuse”.
Nel 2007/2008 la presidenza passa da Vincenzo Silvestrini al fratello Pierangelo e successivamente ad Enzo Di Marzo. Un valzer che riguarda anche la panchina biancorossa: si avvicendano infatti Antonello Cuccureddu, Salvatore Matrecano e poi di nuovo Antonello Cuccureddu.
Il Perugia milita nel campionato di serie C1 girone B, termina al quinto posto con 53 punti e accede ai playoff. In semifinale arriva l’eliminazione. Vince il Perugia l’andata al “Curi” contro L’ancona per 3-1 e perde al “Del Conero” per 2-0. Al termine della stagione la famiglia Silvestrini decide di lasciare la proprieta’ del club all’imprenditore perugino Leonardo Covarelli, reduce da un triennio alla guida del Pisa.
Nella stagione 2008/09 la stagione comincia con il Perugia guidato da Paolo Indiani, che tuttavia siede solo due partite in Coppa Italia rescindendo il contratto. Arriva sulla panchina biancorossa mister Giovanni Pagliari, sostituito alla quinta di andata da Maurizio Sarri. Alla ventitresima giornata torna sulla panchina Giovanni Pagliari che guida la squadra all’ottavo posto. Il Perugia nella stagione coglie due importanti vittorie nei derby: al “Liberati” vince 1-0 contro la Ternana con gol di Cutolo e sconfigge il Foligno al “Curi” per 3-0.
Nel 2009/10 il Perugia, allenato da Giovanni Pagliari e poi dalla coppia Buzzi-Zaffaroni, termina la stagione sportiva all’undicesimo posto con due punti di penalizzazione a causa di irregolarita’ amministrative. Emergono gravi problemi di natura finanziaria, al punto che il tribunale di Perugia accoglie l’istanza di fallimento presentata da alcuni creditori. Dopo cinque anni dal primo fallimento ne arriva un altro sotto la gestione Covarelli. Il 12 luglio 2010 nasce la nuova “Associazione Sportiva Dilettantistica Perugia Calcio” che si iscrive al campionato di serie D.
Nel 2010/11 dopo la nascita della nuova societa’ A.S.D. Perugia, il controllo del club viene assunto da una cordata di imprenditori guidata da Roberto Damaschi. In panchina arriva Pierfrancesco Battistini, il direttore sportivo e’ Alvaro Arcipreti e W.A. Novellino e’ il consulente tecnico della societa’. Il campionato viene vinto dal Perugia con largo margine (dodici punti di vantaggio sulla seconda Castel Rigone). Oltre a vincere la serie D, il Perugia conquista la Coppa Italia di Serie D in finale contro la Turris nel neutro di Lanciano per 1-0. Lo scudetto di categoria finisce invece nelle mani del Cuneo che sconfigge i biancorossi a Treviso per 1-0. Miglior marcatore biancorosso e’ Emiliano Frediani con 12 reti.