La numero 14 biancorossa ripercorre come è nata la sua passione per il calcio che ora la vede protagonista sia da giocatrice che da allenatrice.
Sevina Bylykbashi, classe 1996, ha iniziato a giocare come tutti i bambini: “In un campo vicino a casa con i miei cugini in un paesino di Durazzo, in Albania. Era l’unico campo e ci ritrovavamo tutti là. Giocavo ovunque, partivo da dietro poi andavo in attacco e tornavo in difesa, qualche volta stavo anche in porta. Non badavamo ai ruoli, giocavamo e basta. A 13 anni sono arrivata in Italia e dopo un anno sono entrata nella Grifo Perugia. Ho cominciato nella Primavera poi un po’ per volta sono arrivata in prima squadra”.
La rete che ricorda con maggiore piacere risale al girone d’andata della stagione scorso: “Eravamo in casa del San Marino Academy. Stavamo perdendo 1-0, sono entrata e dopo 2 minuti ho segnato. Mi sono ritrovata tutte le compagne addosso, è stato davvero emozionante”. Nonostante sia un’attaccante, il suo giocatore preferito è un centrocampista: “Mi è sempre piacuto tantissimo Frank Lampard. Il primo regalo di mio cugino è stato una sua maglietta, da lì ho cominciato a seguirlo quando giocava al Chelsea”.
Il concetto di squadra per Sevina è fondato su qualità umane prima ancora che calcistiche: “La squadra deve essere tale in tutto e per tutto, nei momenti di difficoltà ti deve aiutare. Come diceva una mia vecchia mister la squadra è come un pugno. Bisogna stare tutti insieme, come una famiglia”. Sevina è molto autocritica: “Ogni partita mi dico che ho sbagliato e che dovevo giocare meglio. Anche quando gioco bene per me non è abbastanza”.
Sevina vede il calcio anche nel suo futuro: “Un giorno mi piacerebbe diventare un’allenatrice”.