Il preparatore Valerio Capriani, al suo primo anno al Perugia, racconta la sua metodologia e la sua storia.
Lo staff di una squadra non è composto soltanto dall’allenatore e dai suoi vice ma anche da una figura indispensabile: il preparatore atletico. Valerio Capriani, classe 1968 di San Sepolcro, segue la Primavera ed è il coordinatore dei preparatori atletici del settore giovanile nazionale. Viene dal mondo dell’atletica dove era fondista e mezzofondista. Venti anni fa cominciò la sua avventura nel calcio. Preferisce essere chiamato preparatore di calcio piuttosto che preparatore atletico: “Per preparare una partita di calcio bisogna, per l’appunto, essere pronti a giocare a calcio. Non prepararsi per correre una maratona”. L’anno scorso era al Città di Castello, poi è arrivata la chiamata del direttore Giovanni Guerri: “Mi ha proposto di fare questa esperienza in una squadra professionistica. É stato inaspettato ma ho accettato subito. Dopo tanti anni di D, seppur in squadra importanti, è bello lavorare in un centro sportivo organizzato come quello del Perugia dove le squadre si allenano in campi vicini. Non abbiamo niente da invidiare a nessuno”.
Con la rosa allenata da mister Migliorelli lavora a stretto contatto con Luca Lamanna e Andrea D’Intino: “C’è una stretta collaborazione in particolare con loro due. Sono dei punti di riferimento per tutti. Nessuno vuole insegnare agli altri, tutti quanti vogliamo imparare. D’Intino è specializzato nel recuperare gli infortunati ed è bravissimo. Noi cerchiamo di essere altrettanto bravi non portandogli nessun giocatore infortunato”. Oltre al lavoro quotidiano con la Primavera il prof si vede prima degli allenamenti con i preparatori del settore giovanile una volta ogni 20 giorni: “Non per parlare di problemi, quelli non ci sono mai stati. Ma per confrontarci e proporre soluzioni. È fondamentale per tutti noi che le nostre idee siano sposate anche dagli allenatori”.
La metodologia nella preparazione non cambia a seconda della categoria, a variare sono piuttosto le proposte e le tempistiche: “Noi in particolare ci teniamo alla coordinazione. Con il responsabile del vivaio Jacopo Giugliarelli abbiamo deciso di proporre ai bambini mezzora di questo tipo di attività, chiaramente con i più grandi ci occupiamo più di tattica e meno di questo aspetto. Con la Primavera abbiamo la possibilità di usufruire della palestra ma il nostro obiettivo principale non deve essere quello di ottenere la forza di per sé ma avere una tonificazione che ci permetta di lavorare bene in campo”.
Per riuscire ad ottenere i risultati migliori è importante che anche la figura del preparatore sia percepita dai giocatori come parte integrante della squadra: “I ragazzi non mi considerano quello che li fa correre e faticare ma uno di loro a cui fare anche domande per stare meglio. Mi sento una figura che coadiuva l’allenatore e, insieme allo staff, l’obiettivo è di migliorare tutti”.
Capriani consiglia a chi vuole intraprendere questa carriera di iscriversi a scienze motorie: “Quando io ho fatto l’Isef non era prevista la materia calcio, adesso è stata inserita. L’idea che mi sono fatto di preparatore di calcio è nata confrontandomi con gli allenatori nel corso degli anni”.